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 Ucraina, “Papà dovrai andare a combattere?”

Anche bimbi italiani temono guerra

Mi è capitato di leggere un articolo su “DIRE – Notiziario settimanale Psicologia” che mette in evidenza il malessere di molti nostri bambini alla notizia e alle immagini che ci arrivano della guerra. Ve ne propongo una sintesi.

“Perchè la Russia fa la guerra all’Ucraina? Anche l’Italia è in pericolo? Il nostro Paese è alleato degli Stati Uniti? Mio papà dovrà andare a combattere? Ho tanta paura e mi fa male la testa, perchè a volte non riesco a dormire”. Sono alcune delle domande e dei pensieri che si affollano nella testa di molti bambini italiani, che seguono ormai da giorni la crisi tra Mosca e Kiev. Con gli occhi sbarrati i più piccoli chiedono aiuto ai genitori, chiamati a supportarli e consolarli. La neuropsichiatra infantile Valentina Lanzara, intervistata dalla Dire, si sofferma sul momento di disagio e smarrimento dei più piccoli e su una realtà così complessa anche per la gran parte dei genitori, perché la guerra è una esperienza molto lontana dalla nostra vita quotidiana.

L’esperta invita a tenere sempre in considerazione il punto di vista dei bimbi, ascoltare bene le loro domande e rispondere a dubbi e timori senza isolarli da quanto accade intorno a loro.

“I bambini non vanno mai sottovalutati nella loro capacità di comprendere ed affrontare la realtà- spiega Lanzara- anzi, spesso è grazie alla loro sensibilità e semplicità, che non vuol dire banalità, che riescono ad elaborarla con una maturità che sorprende. Per questo i bambini devono, a mio parere, essere messi al corrente di quello che accade loro intorno, essere presenti quando apprendono le notizie attraverso i media, dai quali è impossibile quanto inutile cercare di tenerli lontani. È doveroso ascoltare le loro domande e i loro timori, cercando di rispondere con un linguaggio consono all’età, senza nascondere, ma anche senza trascurare un messaggio di speranza”.

Dall’est Europa, purtroppo, arrivano brutte immagini e “affrontare questi argomenti può diventare un momento di crescita, che può essere sfruttato per affrontare anche altre tematiche importanti e attuali come il pregiudizio sociale e culturale nei confronti di altri popoli e che fonda le sue radici proprio sulla non conoscenza”.

E proprio osservando la guerra dalla parte dei più piccoli, hanno fatto il giro del mondo le immagini dei bambini ucraini che a Kiev e in altre città del Paese vengono addestrati dai militari. Bambini che imbracciano fucili Kalashnikov più grandi di loro dopo averli assemblati, che ricevono le basi del primo soccorso e che imparano a caricare le munizioni e come centrare un bersaglio. Chi li salverà? La comunità internazionale sta cercando un modo per potere dare a tutti una risposta.